Web 2.0 e la Tecnica Sociale dell’Informazione

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “CARLO BO” – URBINO – Corso di Laurea specialistica in Editoria Media Giornalismo – TECNICHE DI RELAZIONE – Prof. Giuseppe Ragnetti

“Web 2.0 e la Tecnica Sociale dell’Informazione”

a cura di Mirko Chiappinelli

Sono passati ormai sette mesi da quando la mia attenzione di studente si soffermò su un fenomeno molto affascinante, una “evoluzione” per dirla come gli informatici, ovvero il secondo paradigma del Web. Questo argomento fu oggetto della mia tesi di laurea nel Luglio dello scorso anno e quello che mi colpì fu l’ampia letteratura dedicata alle funzioni sociali delle nuove proprietà del World Wide Web, inteso come strumento con il quale tutti gli utenti di questo mondo globalizzato si interfacciano alla Rete mondiale di Internet.

L’evoluzione sta nel fatto che le aziende leader del settore, le applicazioni e i siti web del momento sono accumunate dall’utilizzo di tecnologie e software che enfatizzano la collaborazione e la partecipazione collettiva degli utenti, cioè favoriscono quei processi sociali di comunicazione o “messa in comune” di individui con interessi, passioni, valori, credenze e attitudini comuni. Durante le lezioni del Prof. Ragnetti notai immediatamente una connessione tra il fenomeno sociale dell’informazione e la ragnatela sociale, creatasi grazie al Web 2.0, presente on-line.

A questo proposito è importante fare una precisazione: comunicare non è sinonimo di informare, ma ha un significato generico ed estensivo con il quale s’identifica il “mettere in comune”, mentre l’informazione ha a che fare con l’opinione e le intenzioni degli individui. Il fenomeno dell’informazione prende vita quando un soggetto promotore trasmette la sua opinione, anzi “da forma” alla sua opinione e la trasmette ad un soggetto recettore attraverso un determinato strumento di “messa in comunanza”. Il contenuto del rapporto d’informazione è la forma dell’oggetto del rapporto stesso e non è mai l’oggetto vero e proprio in virtù della soggettività di qualsiasi individuo.

x)

                       M

Sp                                           Sr

                       O

Sp è il soggetto promotore che ha l’iniziativa dell’informazione; Sr è il soggetto recettore; M è il mezzo utilizzato che veicola l’informazione;O indica la forma dell’oggetto d’informazione e quindi l’opinione; il punto x) rappresenta il motivo, la materia, l’intenzione ed è tra parentesi perché resta fuori dal processo. I due soggetti sono entrambi opinanti: il primo elabora una forma con la quale rappresentare agli altri quella cosa, quella ideologia o quell’opinione; il secondo non si limita a ricevere quella forma, ma la interpreta a sua volta e si fa promotore verso altri recettori della sua personale interpretazione.

Questo fenomeno non ha un inizio ed una fine come mostra la formula ideografica precedente ma è un istante del continuo articolarsi dei rapporti sociali, tramite i quali si rinnova continuamente la società. Perciò nel contesto sociale la formula sarà estesa in questo modo:

              M                       M                        M                        M

Sp                 Sr/Sp                 Sr/Sp                 Sr/Sp                 Sr/Sp

              O                        O                        O                        O

Il soggetto recettore di un rapporto diventa promotore nel successivo anello della catena che si sviluppa all’interno della complessa ed infinita ragnatela di rapporti sociali.

A questo punto del ragionamento sembra chiara la motivazione che accomuna il contesto sociale “reale” al contesto sociale “internettiano”: vediamo alcune caratteristiche di quest’ultimo e compariamole con i termini del fenomeno sociale dell’informazione e successivamente descriveremo le affinità del processo di formazione dell’opinione pubblica in società  e di quello in Rete.

Il Web 2.0 e la sua nuova cultura della condivisione aperta hanno favorito lo sviluppo della partecipazione dei singoli individui in una community sociale che crea contenuti online.

L’insieme della moltitudine delle piccole partecipazioni contribuisce al successo dei software sociali, ovvero quei sistemi online che realizzano vere e proprie reti sociali fruttando lo spirito di appartenenza dei gruppi di individui con interessi, opinioni e credenze comuni. Il Web 2.0 si presenta, in questo senso, come una grande conversazione in Rete tra tutti gli utenti del pianeta. Il sistema che permette la reale creazione di una rete sociale nel Web è l’Architettura di Partecipazione, ovvero l’insieme di quelle entità (aziende, progetti, network) che sono incentrate sulla cultura open (come l’open source che si propone di creare software a sorgente aperta, cioè senza diritti di tutela, per permettere a tutti gli utenti del mondo di modificarlo e di migliorarlo in virtù della convinzione che più persone ci lavorano sopra e più il risultato sarà qualitativamente alto) e di partecipazione, favorendo la cooperazione tra tutti gli utenti che sono coinvolti in una community sociale online.

Wikipedia rappresenta in pieno una rete sociale che grazie alla somma dei contenuti generati da qualsiasi individuo ha creato la migliore enciclopedia in rete, o per lo meno quella con più “voci” generate, considerando che comunque la qualità delle stesse non può essere di valore assoluto. Quindi possiamo definire un’architettura partecipativa come un sistema basato su principi democratici (la voce “Foggia” è stata creata perché la maggioranza degli utenti di wikipedia l’ha identificata con “una città della regione Puglia”) dove l’utente può aggiungere contenuti e al cui interno sia presente una Human Network basata su software sociali che mettono in comunicazione gli utenti stessi.

Questo contesto non è molto diverso da quello della vita in società dove la formazione dell’opinione pubblica viene favorita dalle dinamiche inerenti i soggetti del fenomeno sociale dell’informazione dove il promotore, o gruppo di promotori, cerca l’adesione di opinione di un recettore, o gruppo di recettori, attraverso un mezzo (software sociali in Internet) per giungere, grazie ai fattori di conformità, ad una opinione maggioritaria, ovvero l’opinione pubblica, riguardo un determinato oggetto (Foggia in wikipedia) in un determinato momento.

Se in un ipotetico referendum nazionale un gruppo di individui dovrà aderire all’opinione del partito del “si” o di quello del “no” tenendo presente le proprie attitudini, credenze e valori, i politici dovranno cercare di agire, per ottenere l’adesione al loro partito tramite la tecnica sociale dell’informazione, nel modo più vicino possibile ai loro interessi, e se il risultato del referendum dirà che ci sono tre gruppi e cioè uno del si, maggioritario (distribuzione delle opinioni conformata), uno del no e uno degli astensionisti, minoritari; si può, quindi, affermare che l’opinione pubblica sull’oggetto del referendum è conformata verso il si.

E Se immaginiamo che all’interno della ragnatela di Internet, nello specifico nella blogosfera, ovvero il mondo dei blog dove i blogger pubblicano dei “post” giornalmente su questioni inerenti tutte le sfere della cosa pubblica e non, un argomento contingente viene cliccato maggiormente dai lettori del Web e questo argomento è l’eutanasia, possiamo, allora, aspettarci una clima d’opinione di questo tipo: la maggioranza dei “click” dei lettori riguarda articoli o post a favore dell’eutanasia e ciò costituisce l’opinione dominante degli utenti del Web riproponendo un processo, quello della formalizzazione dell’opinione pubblica, che domina la reale ragnatela di rapporti: la società.

L’uomo se isolato non è in grado di esprimere un’opinione individuale, né tantomeno una pubblica. Per poterlo fare ha bisogno di un insieme d’individui che opinano con lui e che siano legati tra loro dagli stessi interessi. E’ il gruppo a generare la formazione dell’opinione pubblica in quanto i suoi membri sono accomunati da stessi valori e interessi che permettono a loro stessi di tendere verso un’opinione simile e di differenziarsi da chi non ha gli stessi interessi.

Per Jean Stoetzel sulla determinazione delle opinioni di un individuo influiscono molte determinanti esterne come l’ambiente sociale dove si cresce fin da bambini, lo stato economico, il luogo, l’ambiente familiare, le amicizie, l’ambito professionale, l’educazione, l’intelligenza e tutte queste determinanti influiscono sugli impulsi originali ed autonomi di ciascuno di noi. Tutto ciò fa si che si creino dei gruppi in società, tutti noi apparteniamo a dei gruppi e siamo estranei ad altri, e ne conseguono i sentimenti di amicizia e di rivalità che si instaurano tra i vari gruppi.

L’affiliazione al gruppo s’identifica con l’adozione degli stereotipi per uniformarsi in armonia con il gruppo. Quindi, secondo Stoetzel, l’individuo si forma socialmente attraverso questo complesso di attitudini personali che condizioneranno i processi d’opinione. In pratica, direi ironicamente, il filosofo francese ha anticipato di qualche decina di anni i principi fondamentali secondo i quali le aziende leader del settore di Internet hanno realizzato tutti i Social Network, sistemi basati sui “profili” personali degli utenti/individui, basati sulla suddivisione in gruppi di discussione, di valori, di interessi, gruppi professionali, e dove la distribuzione delle opinioni individuali di un gruppo crea delle “opinioni di gruppo” nell’accezione di Stoetzel.

I Blog sono nati come pagine personali e diari di personaggi che volevano dare sfogo al proprio narcisismo, ma in breve tempo sono diventati veri e propri mezzi, anche e spesso usati dai giornalisti, per comunicare, anzi per informare su un determinato “oggetto” in un determinato momento, e quindi opinare.

D’altra parte i frequentatori del Web, sempre più numerosi, in quanto lettori-recettori si trovano a dover accettare o a respingere l’adesione di quella opinione. Se, come dice Stoetzel, “opinare significa per il soggetto porsi socialmente in rapporto con il suo gruppo e con gli altri gruppi esterni” allora possiamo dire che aveva ragione Luca Grivet Foiaia quando affermava, nel suo ultimo libro dedicato al Web 2.0, che “Con il processo di conversazione dei blog, si crea sulla Rete qualcosa si simile alla formalizzazione dell’opinione pubblica”.

Come la tecnica sociale dell’informazione ha riportato l’attenzione sul ruolo attivo nei processi relazionali sia del promotore che del recettore, smentendo tutte quelle teorie che ostinatamente attribuivano ampi poteri di persuasione e manipolazione dei media nei confronti di un “pubblico” impotente; così il Web 2.0 grazie alla bi-direzionalità inerente alla generazione dei contenuti, ovvero il paradigma read/write secondo il quale tutti gli utenti hanno la possibilità di essere fruitori e creatori di contenuti diventando attivi grazie alla “piattaforma di partecipazione” di Internet.

La circolarità è una caratteristica dei processi relazionali della nostra società ed è il principio cardine delle nuove tecnologie applicate alla comunicazione, mentre la pari dignità dei soggetti “promotore e recettore” rappresenta né più né meno il doppio ruolo degli utenti del Web 2.0 in quanto generatori di contenuti e fruitori di contenuti.

Se la Rete venisse considerata come un sistema di comunicazione per le persone e il computer come amplificatore della mente umana (“dar forma”), si può assolutamente definire la ragnatela globale online come un mezzo che favorisce l’interconnessione delle menti pensanti e opinanti degli utenti (soggetti “promotore e recettore”) all’interno di un ambiente che dal filosofo francese Pierre Lèvy fu definito il cyberspazio (opinione pubblica), cioè l’ambiente di comunicazione dei gruppi umani (gruppi di opinione). 

In ultima analisi vorrei sottolineare ancora una volta l’affinità tra la rivalutazione della dignità dei soggetti che rappresentano i termini della tecnica sociale dell’informazione che grazie al Prof. Francesco Fattorello ne ha rivalutato le capacità nel processo che li relaziona nella società, e la rivalutazione delle persone comuni come agenti attivi nell’era dell’informazione grazie agli strumenti che Internet ha messo a disposizione di tutti; quest’affinità è rappresentata dalla prima pagina di “TIME” del 13 dicembre 2006 quando la rivista assegnò il consueto titolo di “Person of the year” e sulla copertina apparì un computer con un generico “YOU” sullo schermo, e sotto questo mero strumento tecnologico un testo chiariva: “Si, tu. Tu controlli l’era dell’informazione. Benvenuto nel tuo mondo.”

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